Acune pagine del volume SIRONI teatrale 1933, con testo e immagini
SIRONI TEATRALE
Figurini e disegni di scena
per Lucrezia Borgia a Firenze nel 1933
AUTORI
Elisabetta Masala
ANNO
2019
FOTOGRAFIA
Giorgio Dettori
EDITORE
Consiglio regionale della Sardegna
SIRONI
VOCE DELLE CONTRADDIZIONI DELLA CIVILTÀ MODERNA. DAGLI ESORDI AL 1933
Elisabetta Masala
«Sono nato a Sassari nel secolo scorso»1: con queste parole Mario Sironi ripensava alle sue origini. Come ricorda una lapide sulla facciata della casa natia, è proprio nella città sarda che nasce nel 1885 da Enrico, funzionario del Genio Civile nato nel comasco, e Giulia Villa, figlia di Ignazio, colui che aveva progettato Casa Villa a Firenze. Appena un anno dopo la famiglia si trasferisce a Roma, dove l'artista compie gli studi diplomandosi all'Istituto tecnico di via San Pietro in Vincoli. Egli, come diceva il poeta Raffaele Carrieri è, al pari di Boccioni, "un meridionale d'occasione"2. Sarà, infatti, Roma ad accoglierlo e a determinarne il temperamento artistico in un periodo storico, la prima metà del Novecento, denso di cambiamenti non solo dal punto di vista culturale ma anche politico e sociale. L'artista «si considerava romano e del romano aveva anche l'accento»3. Questa sua appartenenza di adozione si concretizza principalmente in una costante ricerca dell'elemento monumentale. Non a caso, la critica d'arte Margherita Sarfatti lo descrive come il più romano dei pittori italiani, «intendendo signi care con questa de nizione una tendenza alla grandiosità»4.
A Roma Sironi si iscrive alla facoltà di Ingegneria, che abbandona, probabilmente anche a causa di una "psiconevrosi"5, dopo appena un anno. Nonostante ciò, riesce a far tesoro di questi studi che entrano nell'orbita del suo mondo lavorativo assecondandone lo stile e alimentando un'innata sensibilità architettonica.Tutti questi elementi convergono a distanza di anni nel Manifesto della Pittura murale, che sancisce nuovi importanti quesiti attorno a problemi di spazialità, di forma e di espressione 6.
Dopo aver lasciato l'università si dedica esclusivamente alla pittura, frequentando la Scuola libera del nudo in via di Ripetta dove incontra Umberto Boccioni, tramite cui entra in contatto con Giacomo Balla e Gino Severini. Nonostante non siano rimaste molte testimonianze della prima fase della sua produzione, che potrebbe essere de nita di adesione al Divisionismo, dall'analisi dei pochi esemplari superstiti si evince un'interpretazione del tutto personale del movimento attraverso un utilizzo di colori cupi e una veemenza e irregolarità del tratto. D'altronde non è possibile non porre l'accento sul temperamento di Sironi,"straordinariamente ricco e complesso"7, come ebbe a notare già nel 1930 la Sarfatti nella sua Storia della pittura moderna.
matita e tempera acquerellata su cartoncino e campioni di stoffa
matita e tempera acquerellata su cartoncino e campioni di stoffa